A dicembre del 2019 lavoravo in un’agenzia di comunicazione a Oderzo, in provincia di Treviso, dove mi occupavo della scrittura di testi per cataloghi di arredamento. Una delle esperienze nelle quali ho veramente lasciato il cuore, al punto da essere tuttora in contatto con i miei ex colleghi e con il mio ex capo (che compie gli anni nel mio stesso giorno, tra l’altro).

Quella volta mi ero messa un po’ più in tiro del solito. Non perché avessi appuntamenti, semplicemente perché ne avevo voglia. Arrivata in ufficio, il collega con cui dividevo il tragitto in macchina al mattino e alla sera – ciao Lele – mi dice: “oggi prima di tornare a casa devo passare da un evento a Conegliano. L’inaugurazione di un negozio con una specie di vernissage… E tu sei perfetta vestita così”.

“Wow”, penso, “ok”. Alla fine di quella giornata mi sono ritrovata nel mezzo di una cosa fighissima, circondata da modelli e modelle splendidi, da specchi con antiche cornici intarsiate, da musica lounge e lampadari abbondanti in luci e cristalli. Sulle prime mi sentivo un po’ fuori posto, ma dopo qualche calice di Prosecco andava già meglio.

Lo switch dal mondo dei dipendenti a quello dei liberi professionisti non era previsto, proprio come il mio passaggio a quell’evento lì. Tuttavia, arrivano dei momenti nella vita in cui ci si ritrova di fronte a situazioni nuove. Cosa fare se non tuffarsi in mezzo agli altri, magari avendo avuto la fortuna di essersi tirati un po’ a lucido?

Qui non ci sono effetti speciali, ma ci sono io in una veste un po’ nuova.

Uno spazio che racconta e mi racconta.
Le sue origini sono lontane: in principio era un blog, che avevo chiamato EvArmonica. Avevo unito “Eva”, la prima donna della storia, a “Armonica”, per raccontare di come mi barcamenassi tra l’essere figlia, sorella, studentessa universitaria, fidanzata, raccontando ogni ruolo dal mio punto di vista.

Dopo qualche anno ho aggiornato il tutto mettendo sopra il mio nome, raccontando anche qualcosa in più di me e della nuova vita in Veneto, dopo il matrimonio. Sempre strizzando l’occhio al mio lavoro e ai vari upgrade che ho fatto.

Adesso, siamo qui. Su questo spazio più adatto alle mie nuove esigenze comunicative grazie al provvidenziale lavoro di Redcomb, nella persona di Emanuele Rossi (il Lele che salutavo prima, quello del vernissage), in cui puoi vedermi per come sono realmente anche grazie agli scatti di Alessia De Gaspari. In passato qualcuno mi ha detto che, forse, nelle foto “sorrido troppo”… Dici che è vero?